APOLLONIA DEVENTIS



Benvenuti nel blog, che ha lo stesso nome della via in cui abito ovvero : " Via della luna numero 7", esattamente ad "Archesia",la piccola cittadina in cui vivo da sempre.
Se vi siete accorti di questo mio angolino solo ora, vuol dire che vi siete persi qualcosa.. perciò se vi ho incuriosito un minimo e volete saperne di più dovete cominciare a leggere da questo post. Vi racconterò delle mie piccole avventure quotidiane, di sogni, disastri, conquiste, e dintorni.
Ho anche aggiunto nell'unica colonna che c'è in questa pagina, ( ovviamente quella di Sinistra ;)) IL DIZIONARIO ARCHESIANO, dove troverete tutti i significati e spiegazioni di nomi,cose, ecc della mia città^^
il DIZIONARIO ARCHESIANO non è ancora completo,lo aggiornerò mano a mano che vi racconterò le mie avventure o disavventure.
Bene.. se vi doveste trovare a passare nella mia via, cercate il numero 7, la porta voi sarà sempre aperta ^^ .
A presto... Polly

N.B. Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale


giovedì 25 dicembre 2014

Auguri a tutti di S. Nathan (un po' in ritardo...)

Ciao miei visitatori lunari, 
Vi porgo le mie scuse per il ritardo con cui vi faccio i miei auguri, questo S. Nathan per me, è stato un giorno di Festa a metà. 
Non l’ho festeggiato come ho voluto, non per mia volontà. Non ho sentito per nulla questo giorno. 
Sono una persona pericolosamente abitudinaria e non fare le solite cose come  gli anni passati mi ha fortemente scocciata e mi ha resa triste, ma purtroppo non ho potuto fare nulla per far sì che le cose andassero diversamente. 
E' pur vero che  sempre meglio S. Nathan  a metà che S. Nathan per nulla ma questa cosa mi rende infinitamente irritabile e triste.
Bando alle tristezze.. vorrei rendervi partecipi della nascita di alcune tradizioni, alcune usanze e leggende dei luoghi in cui vivo e che mi sono nelle vicinanze. 

Storia di Nathan e della strega mirabel (detta anche la strega dei calzini) 

La leggenda dice che Nathan fosse trovato sotto ad una quercia nella Foresta del paese di Rossaselva,  quando aveva solo qualche giorno da due lupi appartenenti ad una coppia che stava passeggiando  in cerca di fiori ed erbe spontanee. 

I lupi avvertirono la sua presenza e lo trovarono avvolto da una coperta bianca ai piedi di una delle querce rosse più grandi della foresta. 
La coppia non esitò ad accoglierlo nella propria vita, lo considerarono un dono inaspettato e meraviglioso, così lo allevarono in modo , era un bambino robusto, sano ma soprattutto di una generosità fuori dal comune. Non si chiese mai chi fossero i suoi veri genitori perché era felice con i suoi genitori adottivi e con sua sorella minore .

A volte capitava che donasse molti degli oggetti che possedeva alle persone soprattutto ai bambini più poveri di lui,faceva tutto ciò soprattutto perché sapeva cosa volesse dire essere povero, spesso succedeva che donasse i suoi calzini soprattutto a bambini che non avevano nemmeno le scarpe, così rimaneva spesso senza calzini, molte volte costruiva qualche gioco per i bambini che non potevano permetterseli.




Gli anni passavano velocemente per Nathan e le persone che aveva attorno, la vita trascorreva in modo spensierato nonostante la povertà e le rinunce. 
Un giorno Nathan era andato come faceva spesso nella foresta rossa per cercare dei pezzi di legno o dei tronchetti d’albero da intagliare, per ottenerne degli oggetti. 
Ad un tratto sentì delle grida femminili arrivare da vicino ad un ruscello, accorse subito in aiuto della voce sconosciuta e si avventò subito sulla nerissima   creatura che stava aggredendo un’esile ragazza dalla capigliatura scura e dalle vesti chiare. 

Si attaccò con tutta la sua forza per staccare il feroce animale dalla creatura ormai sfinita e dalla mano insanguinata. Riuscì ad allontanare l’oscuranima erano gli animali più cattivi, feroci e pericolosi che abitavano la foresta, un incrocio tra un cane molto feroce e una specie di lince nera , le loro zanne erano  delle tagliole, e avevano uno sguardo che paralizzava , un pelo nero come la morte. Si diceva fossero nati dalle tenebre.





La strega buona Mirabel  e il ragazzo libero Nathan si conobbero ogni giorno sempre di più fino ad innamorarsi. Andarono a vivere insieme nella foresta di querce rosse che tanto amavano.

Erano poveri ma felici, Nathan continuava a regalare oggetti costruiti da lui, indumenti e calzini, e la strega buona andava con lui per aiutare il marito generoso. 
Avevano una piccola slitta trainata dai suoi amici lupi che l’avevano trovato nella foresta,erano  ormai stanchi e vecchi ma avevano capito che il loro amico Nathan aveva bisogno di loro, così piano piano accompagnavano la dolce coppia ovunque. Con dei sacchi pieni di dolci e di regali i due benefattori riempirono le calze di tutto il paese. 
Mirabel lasciava un dolce spesso fatto da lei, quel dolce che noi chiamiamo “Pan di Mirabel” e che è diventato un dolce tipico delle nostre zone in cambio di un incantesimo per la protezione della casa e di calzini per il suo amato. 





Infatti da noi sotto l’albero si usa mettere due paia di calzini per bambino o persona, due paia di calzini per ricevere i regali e l’altro paio per Mirabel che li raccoglie per offrirli a Nathan che regala sempre i suoi ai bambini che non hanno nemmeno le scarpe. ^^ (Gli adulti i calzini vuoti li offrono ad un’associazione che dona indumenti alle persone povere ;))

Con l’andare del tempo le voci si sparsero e i due benefattori divennero talmente popolari che anche le persone fuori dal loro paese chiedevano loro dolci, giocattoli e preghiere, e via via la cosa dilagò fino ad arrivare nei paesi di tutto il mondo
La generosità di Nathan e sua moglie la strega buona Mirabel fu talmente forte che li rese così longevi che ancora oggi vagano con amore e serenità di casa  in casa distribuendo, regali, dolci, amore e protezione.






Questa è la nostra leggenda di Natale ^^ 

E di seguito il modo in cui sono nati il nostro dolce tradizionale e l’albero di S.Nathan ^^ 


Pan di Mirabel 

Mirabel si inventò questo dolce per festeggiare il compleanno del suo amato sposo, vivendo in povertà non aveva molti ingredienti a disposizione, ma fece il possibile affinché riuscisse un buon dolce. 

Decise che dovevano essere quattro  gli ingredienti fondamentali, qualcosa che appartenesse al suo paese natale appunto Rossaselva, la poverella magica creata da lei, qualcosa di Archesia, la pasta morbirilla, qualcosa di Valspezia, zenzero e cannella, e qualcosa della Collina dei luminosi,succo di Pungigliole (un succo “asprodolce” ) .

Ogni paese o cittadina aveva un ingrediente speciale, a cui teneva o i cui  fattori ambientali rendevano facile la crescita di quel ingrediente. 




Così, radunò tutti gli ingredienti sul suo tavolo e cominciò a impastare fino a che  non ebbe tra le mani qualcosa di una consistenza che le piaceva. 

Il risultato fu una grossa pagnotta dolce ricolma d’amore e spezie. Mentre impastava recitava ciò che oggi potremmo chiamare una preghiera, mentre allora le preghiere si chiamavano incantesimi

La speranza di Mirabel con quell’incantesimo era che tutti e quattro i villaggi (allora erano dei piccolissimi villaggi, a parte la collina dei luminosi che è rimasto tale) vivessero in armonia. così fu per molto tempo. 


Albero di S. Nathan (quercia rossa nana)

Mirabel  volle adornare la loro casa che trovava molto spoglia, così pensò di mettere in casa l’albero in cui fu trovato da neonato il suo sposo, appunto la quercia rossa nana (in realtà fu trovato ai piedi di una quercia rossa di dimensioni molto grandi, anzi era proprio la più grande, ma si potevano trovare tranquillamente anche quelle più piccole).





Raccolse delle brillucciole colorate nella foresta, promise loro che se fossero rimaste per il compleanno di Nathan avrebbe dato loro dei dolci
Così le ospito nella loro piccola quercia rossa, pregandole di rimanere almeno fino alla fine del giorno del compleanno di Nathan, ma si trovarono così bene che prolungarono la loro permanenza, chiaramente in cambio di dolci. ;).

Queste sono alcune delle tradizioni e delle leggende di Archesia miei visitatori lunari.. Avrei voluto postare prima, ma gli orari della “Fabbrica dei pasticci” e i miei ritmi di vita in questo periodo non me l’hanno permesso. 
Rinnovo un augurio di un Buon giorno di San Nathan o un Buon Natale!

A presto… Polly ^^  


giovedì 18 dicembre 2014

Quel mondo sotto la coperta


Ciao miei visitatori lunari, 
Finalmente ho un po ‘di tempo per scrivervi dal mio fantasticatoio. Mi è mancato tantissimo questo spazio, nonostante qualche piccola capatina qua e là, ma mi è mancata la tranquillità di scrivere nel mio piccolo rifugio.

Non ho degli orari lavorativi difficili, ma sono orari strani e a volte è difficoltoso trovare degli spazi per scrivere durante la giornata, il tempo è purtroppo poco. Vorrei essere presente più spesso, spero che mi perdonerete ma vi dico che vi penso sinceramente. 



Come state? vi state dando alle pazze compere per il Natale?  (o per noi Archesiani)  il Giorno di S. nathan .. ;) ? 
Io quest’anno farò davvero pochi regali, Ho avuto  la conferma che  questo “Giorno di S. Nathan” non sarà come tutti gli altri anni, per ragioni a me sconosciute si farà ognuno a casa propria, e tutto ciò mi riempie di una tristezza e  una scocciatura infinita. 

 Niente pranzo con parenti, niente risate, niente vino delle feste, niente dolci, niente chiacchiere tra cugini, niente rumori di carte da regali che si strappano tutte insieme, niente foto buffe, nulla di nulla. 
Quest’anno avrei proprio bisogno di un giorno di festa come questo.. sento bisogno di cose calde, carine come il pan di Mirabel, (saprete cos’è al momento opportuno ;)) , cercare i calzini da appendere alla stufa, avere la sensazione di avere tempo.. tanto tempo per stare con il mio Stanley e con le persone a me care (lo so.. ve l’ho già detto.. ma sono troppo triste e scocciata) .

Ho voglia di tenere in mano un oggetto che qualcuno di caro mi ha regalato, ho bisogno di una serata in tuta davanti ad un bel film festivo sotto ad  una calda coperta  assieme al mio Stanley accompagnata dalle brillucciole che addobbano la mini quercia rossa tipica delle nostre tradizioni, ho bisogno di avere questa sensazione per più di una serata, la sensazione che dentro a quella coperta ci sia un mondo perfetto e magico ,che  ci sia  tutto quello di cui ho bisogno e non sapere cosa c’è fuori per moltissimo tempo. 
Mangiare pepiscotti.. biscotti al cacao e peperoncino , o le crocchiaspice patatine alle spezie, le mie preferite da bere  assieme al sidro di Miryr , una bevanda che arriva direttamente  dalla collina dei luminosi, un sidro molto pungente alla cannella e i frutti di pungigliola,  (pungenti appunto ;)) e alcolico al punto giusto. 





Ho voglia di vedere le piccole volanti brilllucciole, sono le nostre luminarie delle feste, arrivano sempre in questo periodo.. sono attirate dal cibo, specialmente dai dolci, e nel frattempo illuminano le finestre, i balconi, i terrazzi colmi di cibo e dolci, noi Archesiani lo facciamo perché adoriamo quello spettacolo di luci luminescenti. 
Spesso le andiamo a catturare nel bosco, e le mettiamo anche  nel nostro piccolo alberello  rosso, in cambio del loro brillare le riempiamo di dolci ;) , quando il tempo delle feste è passato le liberiamo  sperando ci facciano compagnia anche l’anno prossimo ^^. 

Voglia di giocare con le “Fantabolle”, bolle di sapone che assumono l’aspetto di tutto ciò a cui pensi, per tradizione mia personale e per tornare bambina almeno qualche minuto all’anno le compro alle bancarelle in centro ad Archesia, e vedo mille fatine aleggiare attorno a me, piccoli unicorni e altri esserini fantasiosi . Lo so.. è un po’ stupido data la mia età ma sono queste piccole cose che mi sollevano il morale. 





Quest’anno ho proprio  bisogno di un’atmosfera calda e accogliente, ho assolutamente bisogno di momenti magici, momenti di una tranquillità irreale, attimi in cui ci si dimentica di tutto.
Spero tanto di rimanere sotto quella coperta almeno per un  po’, nel mio piccolo magico mondo perfetto. 

Da via della luna numero 7 è tutto… A presto… Polly ^^ 



martedì 2 dicembre 2014

"Il giorno di S. Nathan" (E blog amici ^^)

Ciao miei visitatori di Via della luna,
Inizio questo post presentandovi due blog che mi piacciono molto  e che mi hanno aiutato moltissimo per la concretizzazione dei miei due piccoli blog, che sono il mio rifugio dal mondo che mi circonda.
Mi hanno aiutato davvero molto, sia l'uno che l'altro.

Questo splendido blog appartiene ad una persona molto gentile che mi ha dato una grossa mano  a creare appunto i miei blog, o meglio il mio account quando inspiegabilmente avevo difficoltà a farmene uno.
Lei gentilmente mi ha aiutata, so che non ha bisogno di presentazioni ma questo è un piccolo gesto da parte mia per ringraziarla ^^ 

Questo è un blog di magiche recensioni, e ancor più magiche parole ^^ 

Sogni di una notte di luna piena

E questo è il link della pagina del suo primo libro ^^ 

La città nascosta

 Questo blog è un insieme di arte, cultura e informazione. E' una persona molto disponibile e mi ha consigliata parecchie volte. 
Anche questo blog non ha bisogno di presentazioni perché è molto noto. ^^ 

Web sul blog

Ed ecco il post da mio amato Fantasticatio ^^ 

Eccoci qui miei visitatori di Via della luna ,
Vi scrivo dal mio solito fantasticatoio, il mio angolo di pace o quasi.. purtroppo i tre gradini che separano la mia stanza dal resto della casa non sempre sono sufficienti a isolarmi quanto vorrei. Pazienza… non si può avere tutto. 
Sono di nuovo in “Settimana riposante”, (perché l’hanno chiamata così non lo so, di solito è tutt’altro… ) credevo di non averne più e invece ne ho un’altra. Meglio così. 
Mi servirà per prepararmi ai giorni prima del “Giorno di S. Nathan” (si festeggia il 25 Dicembre) che metterà in subbuglio tutto il mio posto di lavoro, dalla catena di montaggio al bar. 
Sarà da impazzire già me lo sento.. cioccomani che si ribellano e ti pizzicano perché non hanno voglia di essere confezionate, i morbidoni che s’induriscono e non si riesce a scioglierli nemmeno se li preghi in “valspeziato” o  (dizionario please) in Archesiano stretto o in qualsiasi altra lingua, perché nei momenti più difficili le cose non vanno mai come dovrebbero



Già immagino come l’anno scorso in questo periodo, chili e chili di pasta morbirilla da mettere nell’ addomesticatrice,  montagne e montagne di ordini di stranocchi, pizzepazze, e le saltagommose.. (oh mio Dio..  le saltagommose sono tremende.. sono buonissime, ma non si sa per l’aria delle feste o per il fermento generale quando per sbaglio capita che si rompa un vasetto sono cose da pazzi.. gravitano in aria per ore ed ore e devi aspirarle con un macchinario apposta perdendo così un sacco di tempo)  da incartare e da mettere in carrozza trainate dai “cavalfulminei”, sono dei cavalli speciali che corrono molto molto veloci, come i fulmini, quasi più veloci di un ferrodrago grigio. 

I "cavalfulminei" Sono creature molto belle a mio parere, hanno un colore che varia dal bianco argento al rosso ruggine brillantinato, hanno una linea sinuosa, come i cavalli normali ma sono un pochino più snelli e più piccoli , sono anche un po’ permalosi infatti ci si deve approcciare loro in modo cauto altrimenti non si smuovono dalla loro postazione. 
Il periodo prima del “Giorno di S. Nathan” è il momento più intenso lavorativamente parlando, i clienti sono sempre più esigenti, irrispettosi, maleducati, scocciati e impazienti.
 Io davvero non capisco come possano esserlo, insomma, noi cosa dobbiamo dire che  lavoriamo anche i giorni in cui le altre persone stanno a casa durante la settimana e non abbiamo né giorni né settimane riposanti durante le festività ?
Non so cosa pensare di questo giorno di festa in particolare. 




Anche se non sono religiosa ho comunque bisogno di sentire la magia di un pomeriggio invernale poco prima delle festività, inalare aria fredda mentre guardo Via delle Farfalle (la via più lunga del centro ad Archesia) illuminata con tantissime farfalle dorate, argentate e di altri colori.. vedere i banchetti di S. Nathan illuminati, con tantissimi prodotti, i miei preferiti sono quello delle spezie e delle erbe che vengono da “Valspezia”, ogni volta prendo sempre della lavanda.. è ottima per fare i sacchetti da mettere negli armadi o da lasciare nella borsetta,e il banchetto delle pietre, minerali ecc, mi piacciono troppo! Ne ho una piccola collezione, a volte le trovo da me, in qualche negozietto, oppure quando vado a “Cima Innevata”, lì ce ne sono parecchi e infatti ogni volta che ci vado torno a casa con la valigia che pesa due kg in più ;). 

Non dimentichiamo i banchetti della “Collina dei luminosi” , fanno delle cose deliziose, cuscinetti, sciarpe, guanti e altre tantissime cose cucite a mano, fatine di tutti i generi, me ne prendo sempre una ogni anno da aggiungere alla collezione che mi ha regalato mia nonna Sibilla, per non parlare dei loro cibi che adoro. ^^ in particolare  la torta luminosa, il sidro di Miryr, (il fauno) e le fate nere, sono dolcetti di cioccolato a forma di fatina, favolose. ^^ 

Guardare gli spettacoli di magia degli artisti di strada, piccoli fantasmini creati dal nulla che aleggiano tra le strade del centro, dolci note del flauto di pan che espandono nell’aria scoppiando all’improvviso come bolle di sapone, rapaci che volano liberi tra un banchetto e l’altro, le locande nei dintorni lasciano del cibo per loro davanti agli esercizi, specchi incantatori e tanto altre cose magicamente deliziose
Mi mancano le classiche “Vacanze di S.Nathan” .
Una settimana in cui puoi pensare ai regali da fare alle persone a cui tieni,ma soprattutto per vederle con calma e tranquillità lontana dallo stress lavorativo, invece la mente non ha il tempo di staccare e di dedicarsi completamente all’incanto di questi momenti.

Mi manca l’incanto e la dolce aspettativa che avevo da bambina, mi manca sognare, mi manca l’atmosfera magica che sentivo anche nei sogni ad occhi aperti, mi manca la tranquillità e la gioia che queste feste mi donavano.
Beh… manca ancora un pochino al pieno delle festività.. confido nella flebile speranza che almeno i pochi attimi che condividerò con le persone a me care saranno brevi ma intensi. 
Per ora da Via della luna numero sette è tutto.. 

A presto… Polly ^^ 

lunedì 24 novembre 2014

Nervia Grossavoce

Nervia da bambina

Uno dei “personaggi” con cui a volte ho a che fare si chiama “Nervia grossavoce” , è una donna di quarant’anni con gli occhi dalla forma di un pidocchio, sono scurissimi e sempre strizzati come se non ci vedesse bene.


Fà la  segretaria nell’azienda dove lavoro, a volte devo portare alcuni documenti o altro e frequentemente la trovo con la faccia appiccicata al computer , con gli occhiali ovali sulla punta del naso a picchiettare nevroticamente i tasti. I suoi colleghi cercano sempre di non irritarla, perché è perennemente nervosa e urla tantissimo e molte volte, non si sa se tutto ciò è dovuto al fatto non sia ancora sposata (cosa che qui ad Archesia è un fatto estremamente grave, perché entro ad una certa età devi diventare un “regolare”,guardate il dizionario ;) se vuoi essere rispettato al 100% )  o perché da bambina sia caduta nella tazza di caffè più grande del mondo alla festa del caffè che molti anni fa ospitò Archesia. 

"Era una bellissima giornata di primavera, e quell’anno la mia città ospitò la “Festa del caffè” appunto come ho detto prima. 
Bancarelle di tutti i generi erano ospiti nella via più lunga di Archesia “Via delle farfalle”, commercianti che arrivavano da paesi vicini e lontani, avevano allestito la loro bancarella in onore di questa meravigliosa bevanda. 
Anche Nereo il vecchio proprietario della “Fabbrica dei pasticci” (Il posto in cui lavoro) era in prima linea a promuovere i suoi dolcetti al caffè e non solo. 

Per quell’avvenimento aveva portato dei dolcetti e in particolare  uno aveva avuto molto successo, lo “Svegliamisù” un lecca lecca al caffè urlante che diceva : “svegliati svegliati sù, altrimenti con te non ci gioco più!”  (E’ il dolcetto più comprato della mattina da noi).
Tra i visitatori della festa c’erano anche i Signori “Grossavoce” e la loro  serena figlioletta Nervia che con i suoi amichetti aveva raggiunto la piazza della città per vedere le attrazioni, tra cui la tazza più grande del mondo.

Tutti i bambini correvano avanti indietro sul piatto gigante sotto la tazza colma di quel liquido scuro e stimolante. Molti di loro salirono in cima all’enorme recipiente, molti scivolavano dal manico della tazza e i più temerari si sedevano nel bordo. Così fece anche Nervia, ma si sa’.. questi giochi non sempre finiscono a lieto fine e si sa’ anche che i bambini non stanno facilmente fermi. In particolare quel giorno erano particolarmente vivaci e fu così che la figlioletta amata dei “grossavoce” cadde nella tazza piena di caffè ingurgitandone  parecchie boccate. 
Fu salvata dagli Archesiani che si stavano godendo la giornata , cercarono di farle fuoriuscire il liquido da lei bevuto,nonostante fossero riusciti a salvarla e non avesse più una goccia di caffè in corpo da quel giorno diventò la bambina e crescendo una delle persone adulte più nervose della città."

Da allora i sonniferi normali non le fanno effetto così per dormire un po’ si prende delle pastiglie che tramortirebbero perfino un cavallo,lei invece li usa come se fossero caramelle.
Quando salgo a portarle dei documenti  mi urla sempre dietro qualcosa. “ Non metterli li che poi mi sbaglio e mi confondo!” “ Parla a bassa voce!Non vedi che qui stiamo lavorando?!?”Spesso la trovo a sgranocchiare degli zenzerelli, o mangiare delle fluttuanti saltagommose  che gravitano attorno al loro vasetto trasparente di vetro dal tappo rosso e mi tocca sempre vedere miliardi di briciole gommose zampillare fuori dalla sua bocca (Bleah).

Poi sposta sistematicamente la testa dall’altra parte facendo ondeggiare i suoi capelli corvini dritti come spaghetti con un’espressione da “donna raffinata” e ricomincia il picchiettio nevrotico.
L’unica cosa che la calmano sono le scarpe e le borse, che si dice che le vengano regalate da uno dei due fratelli supergranpacchia , quello non sposato che sembra avere una cotta per lei, non si riesce a capire il perché, ma è così, è proprio vero.. l’amore è cieco.. o anzi.. in questo caso … sordo.
La sua voce è una cosa davvero irritante, ma per fortuna non mi devo sorbire le sue urla tutti i giorni. 

Non è una cattiva donna, ma il suo nervosismo la rende spesso inavvicinabile e a volte penso che le persone la strozzerebbero volentieri. 
A volte però è stata gentile con me, in fondo è una persona che capisce anche le sofferenze altrui tutto sommato, ma la gente vicino a lei si sente automaticamente nervosa. Io sono nervosa di mio (non al suo livello e non urlo) vi immaginate cosa succederebbe se ci lavorassi fianco a fianco per un’intera settimana? Sarei da ricoverare! 

Da via della luna numero 7 è tutto per ora,a presto… Polly 

giovedì 20 novembre 2014

Tra leggenda e realtà

Ciao miei visitatori lunari,
E’ da un po’ che non scrivo di ciò che mi accade, probabilmente perché ho inserito un racconto abbastanza lungo e l’ho dovuto spezzettare in tre parti che mi sembravano anch’esse molto lunghe, non volevo appesantire ancora di più i post. 
E purtroppo anche questo scritto è parecchio lungo, ormai tutto ciò che scrivo ha più o meno questa lunghezza. Spero mi perdonerete ^^ .

Circa 20 giorni fa ho avuto quel che da noi è chiamata  una “settimana riposante” , cioè quel periodo più o meno breve di tempo in cui stai a casa dal tuo impiego lavorativo, la settimana a casa mi ha fatto bene davvero, sono stata per lo più nel mio amato Fantasticatoio.
Il fine settimana l’ho trascorso assieme al mio ragazzo Stanley drummer-precisis  (è un bravissimo batterista ^^) Venerdì sera (il 31 ottobre) avevamo degli amici che suonavano ad una delle feste più belle di Archesia e Dintorni, “La festa spiritella” a “Castelgrimorio”

La proprietaria di “Castelgrimorio” era una contessa vissuta  ai tempi del 1800 fu  rimasta vedova e   per lenire i suoi dolori decise di rifugiarsi negli studi appunto delle erbe medicinali e decise anche di diffondere ad altri tutto ciò che aveva imparato. 
Fu così che il castello si riempì di  gente desiderosa di imparare,  e avendo molto spazio libero quest’abitazione si trasformò in una specie di scuola abitata da molte donne sapienti che sapevano usare in modo meraviglioso le erbe, le spezie e tutto ciò che la natura sapeva offrire, preparando così  unguenti medicativi e tutto quel che poteva apportare migliorie alla salute fisica e mentale, tutto raccolto in un grandissimo libro le cui pagine con il passare del tempo divennero gialle e consunte. 
Il castello si trova in un paese molto grazioso tra i colli di Archesia. il paese si chiama “Valspezia” ,questo paese è noto per le sue magiche spezie, ma è anche per la sua antica rivalità con la mia cittadina. 


Il fatto che ci fossero delle donne che potessero istruirsi e avessero molte capacità intuitive e non non era visto di buon occhio dai cittadini di Archesia, nemmeno a molti cittadini di “Valspezia” ma per fortuna c’era chi aveva voglia di imparare e lo faceva in tutti i modi possibili.
Così… spesso in tarda serata, quando le strade del piccolo paesino erano abitate solo dal rumore di tacchi sul ciottolato reso lucido dalla pioggia alcuni abitanti del paese guardandosi ben attorno varcavano la soglia del castello per imparare a scrivere,  fare i conti e imparare le proprietà delle erbe e qualsiasi cosa potessero imparare.

Adoro questa storia, quando il castello è vuoto si può respirare l’incanto della magia passata e quella che esiste grazie a chi insegna e a chi ha voglia di imparare ancora oggi. 
Inutile dire che la serata è andata benissimo.
Prima di entrare ci siamo radunati in cerchio nel giardino del castello, c’era un immenso falò in onore dell’autunno e delle persone che non sono più con noi e che adesso sono spiritelli, e il giardino era attorniato da tantissime e piccolissime candele,tutti gettavano nel fuoco un fogliettino nel quale c’era espresso qualcosa di negativo che non volevano che tornasse più nella loro vita, così facemmo anche io e Stanley, ma non vi dico cosa abbiamo scritto altrimenti  gli spiritelli ce la fanno ritornare ;).

Abbiamo assistito alla “Danza d’autunno”, insegnanti e alunne in cerchio danzavano in onore della stagione che doveva arrivare, avevano ghirlande di fiori, bacche, ghiande, tutto in tema ovviamente autunnale. e delle vesti lunghe e morbide. Ogni volta che vedo questa danza mi chiedo quando freddo patiranno! Per fortuna la cosa non dura molto. 
 il castello era vestito di magia, incanto, mistero, divertimento e musica grazie ai “Maghi sonanti”. (il gruppo dei nostri amici)
C’erano zucche arancioni enormi ovunque, zucche luminose, il lampadario e le sue mille candele illuminavano il salone rendendolo ancora più misterioso

Le rampe di scale, una a destra e  una a sinistra abbracciavano il salone addobbate di ghirlande di fiori e frutti autunnali. 
La festa è indubbiamente stata un successo, abbiamo ballato, e io mi sono sentita per un attimo diversa. Giravo attorno a me stessa guardando le candele sul lampadario al di sopra della mia testa e per un attimo mi sono sentita tutto  ciò che vorrei essere .. libera. 



Ho vissuto un momento magico e poi … sono ritornata alla mia vita normale, con il mio solito lavoro.. a prendere il Ferrodrago 21b, e a sollevare gli occhi al cielo nel vedere le miniCindy o i  minicindian che si guardano tra loro mentre salgo con i vestiti che uso per il lavoro, eh si… ci sono anche le miniCindy a rompere l’anima, come se non bastassero i Cindian (dizonario ;)). 

Per andare al lavoro non uso gli abiti che uso per uscire, così spesso mi capita di essere oggetto di sguardi di disapprovazione e risatine o occhiate d’intesa tra le mini Cindy nei miei confronti. Questa cosa spesso mi fa innervosire perché ci dovrebbe essere un po’ più di rispetto per le persone che non possono vestirsi all’ultima moda, non che io non possa è che io scelgo di non farlo per andare al lavoro ma loro questo non lo sanno,ma dovrebbero pensarci, non tutti hanno sempre tempo di farsi belli per uscire a fare le modelle in centro ad Archesia.


I genitori dovrebbero insegnarglielo, ma saranno sicuramente Cindian e per loro sarà normale così. 
Sono tornata a servire pizze pazze (dizionario please ;)), zenzerelli, stranocchi , zuccheblàblà,(dolcetti zuccherati a forma di zucca parecchio logorroici ;)) e zuccallegre  (Dolcetti zuccherati a forma e con il sapore di zucca solo leggermente alcoliche e singhiozzanti ;)) (soprattutto in questo periodo e poco prima della “Festa spiritella”) a persone frettolose e spesso pure un po’ maleducate. L’addomesticatrice è ancora rotta e tocca a me come al solito pulire, e come al solito a volte sono in catena di montaggio a volte sto al bar.

Ma almeno c’è una notizia positiva.. ho risolto (quasi) con quella mia collega di lavoro. 
Non so se vi ricordate…in uno dei post prima del racconto  “il fiocco di neve” vi ho raccontato che avevo paura di aver detto qualcosa di brutto.. ecco.. qualche tempo fa ne ho avuto la conferma.

Dopo le mie scuse le cose sono un po’ migliorate, ma c’è ancora qualcosa di diverso.. non tutto è come prima
Io quello che dovevo fare l’ho fatto, è stato difficile chiedere scusa, ringrazio chi mi ha perdonata e chi ha capito e a chi non l’ha fatto dico .. “pazienza”. Io sono comunque a posto con me stessa ^^
Da Via della luna numero 7 è tutto. 
A presto… Polly

mercoledì 12 novembre 2014

Il fiocco di neve (terza parte)

Bene miei visitatori di Via della luna 7,
Siamo arrivati alla terza ed ultima parte di questa leggenda che appartiene a come già sapete ad un luogo che per me è veramente meraviglioso, un luogo in cui vado spesso in vacanza che si chiama "Cima innevata".
Se vi foste parsi le altre due parti potreste trovarla qui (La parte numero due) e qui (parte numero 1)

Allora vi auguro buona lettura ^^ 



La gelida signora non trovando il  compagno al suo fianco si svegliò allarmata, lo cercò nel salone,nelle torrette al piano di sopra dove di solito si rifugiava la mattina, lo chiamò ad alta voce cercando ovunque,gridò il suo nome con cattiveria dalla torre ma nessuno rispose,se non la sua unica eco che si spandeva nella valle.
Un dubbio feroce e irritante si insinuò piano nella sua mente.. si disse che non fosse possibile perché glie lo aveva chiaramente proibito. Era furiosa,estremamente furiosa!

“glie l'avevo severamente proibito!!”urlò sbattendo a terra un bicchiere di ghiaccio. I frammenti caddero a terra uniformandosi al pavimento freddo.
Si apprestò di nuovo al binocolo per vedere dove fosse.. era laggiù con una donna,da quel momento in poi non capì più nulla! Si sentì offesa umiliata e cosa più grave…TRADITA!
Quando capì chiaramente l’accaduto pensò ad attuare la sua feroce vendetta,ma quello non era il momento adatto. Decise che avrebbe aspettato il momento in cui il suo compagno fuggitivo sarebbe stato più felice. Voleva farlo soffrire più di ogni sciocco essere mortale al mondo. Non si lascia la Nivea Signora se lei non vuole.
Ci volle tempo prima che attuasse il suo malvagio piano.

:”Anni e anni d’attesa ci sono voluti ma ora è arrivata la mia vendetta.. ho un’idea deliziosamente cattiva!” disse con un’aria compiaciuta.

Giuseppe e il suo amore Linda Fior di Corallo  erano sposati intanto da qualche anno. Conducevano una vita mite ed armoniosa in paese, amati da tutti e il ragazzo ebbe finalmente quello che si era perso in tutti quegli anni.
Un abbraccio affettuoso dalla persona amata,un cucciolo in cerca di una casa accogliente,il profumo dei biscotti al cioccolato che si diffonde per tutta casa,gli occhi verdi del suo amore al ritorno da una giornata di duro lavoro, la sensazione di calore che ti può offrire la felicità da tempo dimenticata. La postabolla per le lettere inventata da lui,il suo adorato morbido cuscino di casa,il profumo di dolce alle mele,pane al cumino,cioccolato,vaniglia, tutti profumi e odori di cui per anni aveva fatto inspiegabilmente a meno.

Con gli anni si dimenticò della Nivea signora. 
una sera ridacchiando tra di loro presero i cappotti per uscire a fare la spesa alla Bottega del signor Baccadoro. Affrontarono il freddo stringendosi amabilmente l’un l’altro e pregustando la cenetta che avrebbero preparato. Un vento furibondo misto a neve improvvisamente li avvolse fino a farli staccare l’uno dall’altro.. Linda non riuscì più a muoversi, si sentì immobilizzata e cominciò a sentirsi ghiacciata.. Giuseppe faticava a raddrizzarsi per la coltre di neve che aveva davanti, voleva andare dalla sua amata.. riuscì poi a raggiungerla ma trovò la sua Linda ghiacciata fino al tronco che chiedeva disperatamente aiuto tra le lacrime che diventavano sempre più simili a gocce gelate.
Cercò invano di staccarla, di toglierla da quel freddo involucro ma non ci riuscì, era troppo tardi ormai la sua compagna si era trasformata in un blocco di ghiaccio..il pover’uomo s’inginocchiò ai piedi della statua supplicandola di ritornare da lui, attendendo disperatamente un segno.. ma c’era solo il gelido buio del silenzio attorno a lui, e il silenzio non poteva offrirgli spiegazioni.

La fredda signora guardava tutto ciò dall’alto ridendo malignamente attraverso il suo binocolo di vetro, si sentiva soddisfatta e fortemente appagata. Erano anni che aspettava questo momento. Aveva atteso tutto questo tempo per attuare la sua vendetta nei confronti di colui che l’aveva abbandonata e stava finalmente avendo quello che si meritava dopo l’amaro affronto subito. Mentre il disperato piangeva a dirotto abbracciato alla statua e ripetendo il suo nome tra i singhiozzi sentì un rumore,come se fosse caduto qualcosa..si avvicinò e raccolse un cristallo di neve lucido e compatto, lo tenne in mano tra le lacrime e come d’incanto tra fasci di luce il fiocco si ruppe e si trasformò in una creatura in carne e ossa che chiamò MatildeLa disperazione e l’amore di Giuseppe verso la sua amata fecero si che da quell’involucro nacque una meravigliosa creatura. Volle pensare che da dentro quel freddo rivestimento Linda volesse lasciare qualcosa di sè. Strinse al petto quel frugoletto rosa affrettandosi a coprirlo mentre non poté fare più nulla per la sua adorata Linda sospesa per sempre in quel mondo gelido da cui non poteva più tornare indietro.”

S’incammino verso casa con la tristezza nel cuore tenendo tra le braccia quel piccolo esserino sentendo in lontananza echeggiare nel vento una maligna risata, solo allora con paura e rancore si ricordò della regina delle nevi.

Accovacciata in un angolo Matilde all’improvviso fu colta da un brivido,si strinse le gambe e se le strofinò velocemente sopra la lunga veste nera,si pulì gli occhiali con un lembo delle sue larghe maniche scosse la testa come per svegliarsi,si alzò per chiudere la finestra. Un pensiero le accarezzò la mente guardando fuori tra l’oscurità dei boschi. Tra qualche mese sarebbe stato inverno e ai primi fiocchi di neve Cloe avrebbe pensato ad una persona che non aveva mai conosciuto ma che le aveva regalato la vita.


FINE

Ecco... questa è la fine della leggenda, lo so un po' triste.. ma d'altronde lo è come tutte le leggende che si rispettino.
Io comunque adoro girovagare per il paese, mi sembra sempre di sentire aleggiare nell'aria i personaggi di queste fiabe, li vedo tra i banchi dei souvenir, pieni di cristalli di neve di qualsiasi materiale, nei libri che raccontano questa storia che è una delle storie che i più anziani raccontano ai bambini e agli stranieri che visitano il paese.
L'ultima volta mi ha colto  un brivido quando sono passata  davanti ad una casa abbandonata  con una torretta che assomigliava incredibilmente alla casa di Matilde.. mi era sembrato di vedere una sagoma femminile dietro la tenda che guardava fuori... 

A presto.... Polly ^^  

giovedì 6 novembre 2014

"Il fiocco di neve" (seconda parte)

Ciao miei visitatori lunari ^^
Eccomi di nuovo qui per la seconda parte del mio racconto intitolato come già sapete "Il fiocco di neve" Spero mi scusiate per la lunghezza del testo, ma spero anche vi piaccia ^^ . 
Nel caso aveste scoperto il mio piccolo mondo solo ora, o vi siate persi la prima parte potrete leggerla qui! 


Nivea pensò dal canto suo che un uomo che fosse riuscito ad arrivare lassù fosse indubbiamente una persona dal carattere forte. Questo la colpì a tal punto che lo volle per se e che lo invitò a rimanere accanto a lei per tutta la vita.
Quale onore mia bianca signora starle vicino anche per un solo minuto”disse ammaliato il ragazzo.
La regina ancora più affascinata rispose: “allora non aspettatene un altro ancora.. entrate e visitate la mia dimora”. Prendendosi a braccetto entrarono nel freddo castello.

Le cose sembravano andare per il meglio,Giuseppe si abituò con il tempo alle rigide temperature della sua nuova abitazione,tutto procedeva magicamente e in modo meraviglioso..anche se cominciava ad avvertire uno strano senso di disagio riguardo ad alcune cose. Non riusciva a capire cosa gli mancasse.. gli mancava un fattore di cui si era dimenticato dopo anni di lontananza dal paese, non si ricordava nemmeno più cosa fosse ma sapeva che gli mancava molto. La sua compagna era di certo premurosa ma sapeva di avere bisogno d’ altro per essere felice.
Il giovane pensieroso a volte guardava il paese con un binocolo di ghiaccio, era uno strumento speciale che permetteva di guardare in qualsiasi parte del mondo si desiderasse. Osservava gli abitanti,le loro azioni quotidiane. Avrebbe tanto voluto ritornarci qualche volta al suo paese d’origine ma la sua regina gli aveva fatto capire che non desiderava che lui tornasse perché aveva il timore che non tornasse mai più da lei.

Vagando tra i suoi pensieri e sbirciando laggiù tra gli umani venne subito colpito da un’immagine che definì semplicemente deliziosa, un qualcosa o per meglio dire qualcuno. Una bellissima fanciulla dai capelli bruni e dagli enormi occhi verdi. Ne era rimasto ammaliato totalmente, quelle due gocce verdi brillavano più dei gioielli della nivea signora e i suoi capelli scuri erano così belli che avrebbe tanto voluto accarezzarli e sentirne il profumo.
era la mamma?” disse la giovane voce con una leggera nota di tristezza.

Si Matilde.. era tua madre..” rispose lievemente commosso suo padre.

Guardandola attentamente si rese conto di voler provare esperienze,ritrovare abitudini che aveva perduto che per moltissimi anni erano rimasti sopiti nel suo intimo. All’improvviso si chiese come avesse fatto a stare senza un vivido fuoco,il profumo di un abbraccio caldo, quella sensazione che scalda il cuore, una casa piccola e accogliente con un bell’albero di natale.. la bella sensazione di una stretta di mano tra amici..la sensazione di essere innamorato anziché abbagliato..desiderò di uscire la mattina a fare la spesa anziché fare apparire magicamente il cibo.  Tutto ciò pensò che facesse parte di una sola parola: calore.

Si rese conto di averne dimenticato per troppo tempo il significato e decise che era arrivato il momento di riprendersi tutto ciò che aveva perso. Decise che doveva vederla.. sentiva un misto di sensazioni che tentavano di fuori uscire dal suo petto.. non si ricordava cosa fossero.. che nome avessero ma sentiva una sensazione di sollievo e di felicità.. tutto ciò non l’aveva mai provato con la signora Nivea..Le emozioni che aveva vissuto solo guardando quella ragazza lo avevano totalmente sconvolto perché all’improvviso si ricordò che l’amore scalda il cuore e il suo era diventato freddo. Decise che aveva bisogno di incontrarla,sarebbe sceso in paese con il favore dell’oscurità e sarebbe tornato al sorgere del sole quando la Nivea signora si sarebbe alzata.

Era quasi mattino, a Giuseppe rimaneva poco tempo, si addentrò nel suo giardino con la speranza di vederla uscire o almeno di farsi notare. Si riconobbero guardandosi negli occhi, riconobbero l’uno nell’altro l’anima gemella,seppero di essere “arrivati a casa” e di volerne una per loro." Quando incontri la persona giusta non servono parole". Così pensarono entrambi Si avvicinarono e si presero le mani. Al suo contatto il ragazzo si senti scogliere il cuore,come se per tutto quel tempo qualcosa in lui fosse rimasto fermo.. immobile.. non ricordava più questo tipo di sensazione. Non riuscì a trattenersi e la baciò sentendosi ricambiato con altrettanta passione. Si guardarono di nuovo negli occhi e sorridendo l’unica cosa che si dissero fu:”Siamo a casa ora…”

Bene... la seconda parte è finita, alla prossima a presto con la terza ed ultima parte del racconto ^^ Polly 

martedì 4 novembre 2014

"Fatti conoscere su Kreattiva"

Ciao miei visitatori lunari ^^ 

Oggi partecipo all’iniziativa del blog di Rosa/ kreattiva
Un bellissimo modo per conoscere nuovi splendidi blog e per farsi conoscere! 
spero che si faccia vivo qualcuno da me ^^ i miei piccoli blog hanno bisogno di crescere ^^.





Se anche voi volete partecipare cliccate sul link che c’è sotto l’immagine! Avete tempo fino al 30 Novembre!



A presto… Polly ^^

P.S. Presto arriverò con qualche nuova avventura o con il seguito del racconto intitolato "Il fiocco di neve" o con tutti e due. 
Portate pazienza miei lunari amici, la vostra Polly è un po' indaffarata ma arriverà presto ^^ 

lunedì 27 ottobre 2014

Il fiocco di neve (Parte prima)

Ciao miei visitatori,
Oggi la vostra Polly posterà una delle tante leggende che appartiene ad uno dei posti che ama e  in cui è stata in vacanza. Non so se vi ricordate.. in un post precedente vi ho parlato di un luogo che per me è magico a poche ore dalla mia città. Il luogo si chiama "Cima innevata" e quella che vi posterò è la prima di tre parti di una bella ma triste storia di quel luogo ^^ .

"Il fiocco di neve" (prima parte)




Era ritornata in soffitta Matilde, dopo aver sistemato casa, rimpinguato gli scaffali della sua cucina con i prodotti della bottega del Signor Baccadoro. Decise di ritornare nel suo mondo incantato. Era colmo di vecchi cimeli di famiglia,abiti vecchi, le bambole con le ali che le aveva regalato suo padre, un vecchio scrigno con delle gemme che avevano raccolto insieme nei boschi li vicino.

i quaderni dove teneva ricordi,piccoli resoconti della giornata ma soprattutto le ricette che imparava da suo padre e dalla vicina di casa che era anche la zia di Matilde,la signora Emma Fior di Corallo. Cloe la seguiva spesso in cucina, anche quando insegnava,forse per il bisogno di avere una figura materna accanto anche perché aveva sempre considerato la cucina un luogo dove poter giocare e pasticciare con il cibo e poi mangiare il risultato. La donna le aveva regalato un quadernetto dove esprimere i suoi piccoli pensieri, le sue ricettine e fare i suoi disegnini

Si avvicinò ad uno scaffale ne prese uno soffiando delicatamente la polvere dorata che vi si era posta sopra. La colse un’intima emozione rileggendo i sogni mai avverati di bambina,disegni di deliziose fanciulle alate,e di un folletto buffo che vagava sempre tra le sue pagine,l’odore della pioggia e del picchiettio così vivido nella sua mente e nel suo corpo, il buonissimo profumo del pane e dei meravigliosi dolci della vicina di casa,la deliziosa scrittura infantile con cui erano stati scritti i piattini appena imparati,il battito accelerato del suo piccolo cuoricino dopo una folle corsa tra i prati con il suo amico di sempre,la neve che cadeva, i boschi attorno a casa i tanti fiocchi di neve tra le sue pagine..All’improvviso un rumore la distolse dai suoi ricordi, era il suo furetto che si era ingarbugliato tra i gomitoli di lana,lo tolse affettuosamente dai fili e lo lasciò fuggire alla ricerca di altro da scoprire.

Tutto quel che sapeva dei suoi genitori era legato all’immagine di un fiocco di neve che disegnava quando sentiva la mancanza di sua madre,ma non aveva mai saputo veramente la loro storia. Tutto ciò la fece ritornare indietro con la memoria.. ad un dialogo che ebbe inizio da una timida domanda di una ragazza di 16 anni:
“mi racconti la storia di te e della mamma?” chiese la ragazza dagli occhi verdi.
Ricordò benissimo il momento in cui suo padre s’interruppe di colpo guardandola teneramente pensando che non riusciva a credere che la bambina che aveva tenuto fortemente tra le braccia fino a poco tempo prima ora fosse li davanti cresciuta e pronta ad affrontare questo argomento.
:”certo tesoro..” disse un po’ agitato suo padre appoggiando il mestolo.


Si asciugò le mani e passandole un braccio attorno alle spalle l’accompagnò nel salone.
“Allora… “ esordì il papà di Matilde..

C’era una volta un paese chiamato “Cima Innevata” , era un paese dalle mille particolarità, a cominciare dal nome. Il luogo era così nominato perché nell’unica vetta che si vedeva dal paese Che fosse inverno o estate, la sua cima rimaneva immutata. Si diceva che questa montagna rimanesse perennemente innevata perché ci abitava la Nivea Signora che aveva il potere di farla rimanere sempre bianca e ghiacciata.”

:” Questo lo so papà… viviamo da sempre in paese!” l’uomo non badò a questa interruzione e continuò con il suo racconto:
“Gli abitanti vivevano in armonia tra loro, la loro vita era semplice e forse non molto movimentata. Vi aleggiavano molte leggende e gli abitanti la sera amavano raccontarle davanti al fuoco ai viandanti di passaggio o ai bambini.. a loro piaceva raccontarne una in particolare solitamente esordivano raccontando che…

Tanto tempo fa un giovane fanciullo di nome Giuseppe  in una delle sue tante escursioni sulla magica montagna scorse la Candida signora mentre passeggiava nei dintorni del suo innevato castello,la signora se ne accorse e piano si accostò al giovane già ammaliato dalla sua algida presenza. Gli occhi della regina erano azzurri come il cielo invernale, si perse perdutamente per anni nei suoi occhi che sembravano chiarissimi laghi.

Io vi aspetto per la seconda parte del racconto, per ora da "Via della luna è tutto" 

A presto... Polly ^^