APOLLONIA DEVENTIS



Benvenuti nel blog, che ha lo stesso nome della via in cui abito ovvero : " Via della luna numero 7", esattamente ad "Archesia",la piccola cittadina in cui vivo da sempre.
Se vi siete accorti di questo mio angolino solo ora, vuol dire che vi siete persi qualcosa.. perciò se vi ho incuriosito un minimo e volete saperne di più dovete cominciare a leggere da questo post. Vi racconterò delle mie piccole avventure quotidiane, di sogni, disastri, conquiste, e dintorni.
Ho anche aggiunto nell'unica colonna che c'è in questa pagina, ( ovviamente quella di Sinistra ;)) IL DIZIONARIO ARCHESIANO, dove troverete tutti i significati e spiegazioni di nomi,cose, ecc della mia città^^
il DIZIONARIO ARCHESIANO non è ancora completo,lo aggiornerò mano a mano che vi racconterò le mie avventure o disavventure.
Bene.. se vi doveste trovare a passare nella mia via, cercate il numero 7, la porta voi sarà sempre aperta ^^ .
A presto... Polly

N.B. Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale


mercoledì 28 gennaio 2015

Pensieri stanchi e ridacchione

Ciao miei visitatori lunari, 
Come state? ^^  Io sto meglio, anche se mi è rimasta un po’ di tosse. 
Finalmente posso trascorrere un po ‘del mio tempo nel mio amatissimo “Fantasticatoio”. Mi siete mancati molto, purtroppo come al solito il tempo è tiranno.
 ho ricominciato a lavorare, e lo sto sentendo. In questo periodo trascorro metà del tempo  in catena di montaggio e metà tempo al bar.
Non so perché ma questi periodi le ore trascorrono in modo lentissimo, ma non è che sia  ferma, anzi, tutt’altro, ma non vedo l’ora di andare a casa, mi sento spesso stanca. Non so proprio cosa sia.
Ieri  sono salita come sempre sul “Ferrodrago arancio numero 21B” , pieno come sempre di “minicindian” erano le 16: 30 circa, in cielo si poteva vedere una luce gialla e intensa che bucava le nuvole dense e grigie come una lunga spada luminosa.




Sono rimasta incantata e mi sono persa  ad osservare le mie riflessioni sospese tra la musica che stavo ascoltando e quella meravigliosa visione. 
La mia testa si riempiva di un misto di pensieri stanchi e di immagini che richiamavano vecchie nostalgie. Avvertivo una certa stanchezza proprio come i miei pensieri.
Sentivo il desiderio di fuggire, in un paese lontano, magari in qualche landa desolata colorata di verde smeraldo, e il desiderio di riposare in un luogo solamente mio (il mio “Fantasticatoio" purtroppo non è veramente mio :( ), e di stare un po’ più  con Stanley, e di non avere problemi di orario per vederlo. Sono stanca di scendere a patti con le ore. 





Al lavoro ora è periodo di “ridacchione” , sono delle palline dall’impasto fatto di un mix tra la pasta morbirilla e un altro impasto, le vendiamo vuote oppure con la crema di zenzero, cioccolato e crema alla vaniglia. 
Si chiamano così perché se le scopri dal loro coperchio ridono ossessivamente, a volte fanno quasi paura, e ti fanno lo stesso effetto quando le mangi. L’effetto dura per circa 5 minuti, fino a che non ne mangi un altra ovviamente. Le ho provate tutte, se stai abbastanza bene e non hai pensieri che ti tormentano troppo allora ridi come un matto e quasi ti fanno male le mandibole, invece se sei un po’ arrabbiato o hai qualcosa che non va, ti fanno rimanere arrabbiato o scocciato. 
Peccato che i clienti non ridano affatto quando vengono a comprarle, ma anzi sono sempre scocciati e maleducati, e soprattutto sembrano impazzire, non so cosa gli prenda, sembra che abbiano paura di rimanere senza. Mi sembra l’unica cosa che riesca a giustificare la loro fretta e la loro irritante maleducazione. 



Per esempio ne è arrivata una che mi ha fatto impazzire perché non capivo cosa voleva, voleva mettere in un vassoietto piccolissimo un sacco di ridaccchione, cioè ne voleva due giganti al cioccolato, una fila allo zenzero, e una alla vaniglia , poi sopra ne voleva ancora un’altra fila di piccole ma metà al cioccolato e metà allo zenzero.
 Io ero stanchissima, anche perché il suono di quei dolcetti alla lunga non è così piacevole e la cliente era sempre più arrabbiata e mi stava parlando come si parla ai bambini scemi, per fortuna la mia collega mi è venuta a dare una mano altrimenti l’avrei ammazzata. E comunque l’avrebbe ammazzata anche lei.
Certe persone non capiscono cosa voglia fare il nostro lavoro, come probabilmente io non capisco cosa voglia dire fare altri lavori, ma quando sono in giro mi ricordo che lavorare è dura per tutti e me ne sto buona,e  al contrario di altra gente cerco di portare pazienza se il servizio magari lascia un po’ a desiderare, proprio perché so cosa significa. 



Quando succedono queste cose mi viene in mente Nereo, l’ex proprietario della fabbrica. Io non ho lavorato con lui, ma me lo ricordo quando aveva la bottega al “lago delle rane nere”, ero una delle sue clienti preferite, lo diceva a tutti ma con me aveva un atteggiamento diverso, quasi protettivo, e rimarrà sempre nel mio cuore. Era una persona favolosa,  sempre gentile, soprattutto con i bambini e  regalava sempre un biscotto pizzichello a tutti. Mi ricordo che quando c’era qualche persona che lo faceva arrabbiare, era bravissimo a gestire la cosa, sfoderava il suo sorriso migliore e le gente rimaneva spiazzata e non parlava più. Mi piacerebbe avere questa sua dote, ma è davvero difficile a volte. Chissà se starà bene nel luogo in cui è ora. Nessuno lo sa .. ma per me come ho già detto è ritornato al suo lago a pescare ma sta bene attento a non farsi trovare da nessuno.



IL ruggito del “dragostop” mi aveva distolto completamente dai miei pensieri, non mi ero accorta che ero arrivata ad “Astrarium” il mio quartiere. Sono saltata in fretta dal mio sedile davanti alla testa di drago dorata che stava ancora ruggendo il nome del quartiere per farmi capire che ero arrivata. 
“Ho capito, stai buono!” ho detto  sistemandomi le auricolari. 
Così,con andatura lenta sono scesa dal ferrodrago, e mi sono incamminata verso casa mia, vedendo con la coda dell’occhio il fumo uscire dalle narici del ferrodrago e azionare le fauci stridenti e metalliche per ripartire e continuare il suo percorso lasciando qualche scia di fuoco per la strada. Io invece ho preso  il mio verso casa desiderando solo un po’ di pace nel mio amatissimo “Fantasticatoio”. :)
Per oggi da Via della luna numero 7 è tutto, vi auguro una buona serata miei visitatori . 
A presto … Polly ^^ 

giovedì 15 gennaio 2015

Cindy Cindiman e Cindian

Ciao miei visitatori lunari, 
Eccomi di nuovo qui nel mio fantasticatoio, non ho più la febbre , ma ho parecchia tosse, mi sembra di avere l’eco in camera perché come ben sapete le mie fatine sentono come sto e di conseguenza piangono, sorridono, gioiscono amano e in questo caso tossiscono come me . Spero tanto che mi passi questa tosse. 
Quest’oggi vi parlerò dei Cindian, personaggi da me tanto menzionati e da me abbastanza detestati.
 Vi spiegherò l’origine di questo soprannome e vi farò conoscere chi l’ha inventato . 

Dunque .. questo soprannome ha origini vecchissime, come tutti i soprannomi di questo posto e lo dobbiamo alla Nobile “Maira labella” sposata in “De Perfectis”, da sempre una delle famiglie più benestanti della mia città, anzi è una delle famiglie che
appartengono alla nobiltà Archesiana e che si sono sempre
scontrati con la famiglia Nobile che possedeva il Castello di “Castegrimorio” di Valspezia. 
I “De perfectis” avevano un ‘idea di vita molto più rigida rispetto a quella della famiglia dei “Castelgrimorio” e si sono sempre scontrati per questo.




Non tolleravano nemmeno come andavano le cose ad Archesia a dire il vero. A loro non piaceva il fatto che ci fossero dei luoghi in cui accadevano cose particolari, in cui gli oggetti si muovevano o che avessero vita propria, infatti non amavano assolutamente “La fabbrica  dei pasticci” di Nereo, e la Collina dei luminosi per via delle leggende di cui era infestato quel luogo.
Per loro certe cose erano frutto di demoni oscuri. 
Non era diversa nemmeno “ Maira labella” Sposata con il Conte “Fermo De Perfectis”  come vi ho già detto. 
Era un’appassionata di moda, e aveva un’ammirazione sfrenata (ammirazione che sfiorava l’ossessione a quanto si diceva) per una modella molto famosa dell’Epoca, erano i favolosi anni 30. 
La modella si chiamava “Cindy Splendisol”  . Era una modella superfamosa di Archesia, si diceva che avesse un’eleganza innata, non solo sulla passerella, ma anche nella vita, che fosse sempre informata sui luoghi di tendenza e tutto ciò che riguardava moda, bellezza ecc, e la sua bellezza si diceva arrivasse dalle fate e dai luoghi più misteriosi in cui esse giacevano




Era il personaggio del momento, tutti i fotografi ambivano ad immortalare il suo sguardo azzurro come i cieli di “Cima innevata” e la sua pelle di seta,gli stilisti facevano a gara per averla, i giornali la volevano a tutti i costi in copertina. 
Maira decise di soprannominare sé stessa e tutte le sue amiche “Cindy”, il soprannome divenne molto popolare e divenne sinonimo di persona aggiornata sulla moda, di eleganza, raffinatezza e stile e comportamento perfetto. 
Era valido non solo per il genere femminile, come abbiamo già detto "Cindy", ma anche per il genere maschile, "Cindiman" , quando volevano riferirsi a tutti e due i generi  si diceva "Cindian" , e per le ragazzine o i ragazzini (ahimè ... ) "MiniCindi" .
Perché secondo lei il buongusto nel vestire, essere impeccabile fisicamente in una donna prima di tutto era indispensabile per tenersi un marito, conoscere prima di chiunque altro gli avvenimenti più mondani della città era un buon modo per non sentirsi mai soli e di contornarsi di belle persone, far vedere che nulla ti turbava era un  altro ottimo modo per mostrare a tutti la tua vita perfetta . 



La fan numero uno di “Cindy Splendisol ”  non ebbe finito di inventare soprannomi, ahimè  inventò anche il soprannome per chi non condivideva gli stessi interessi e lo stesso gusto, decidendo così che sprecavano il loro tempo a sgobbare per seguire cose inutili e impopolari come leggere, istruirsi o non seguire in tutto e per tutto il proprio marito . 
Così allo stesso tempo nacquero gli “Sgobboni”  categoria di cui faccio  parte anche io, ma devo dire che ne sono abbastanza orgogliosa nonostante molti  aspirino a diventare Cindian, io rimango da questa parte.
Ecco .. questa è la storia dei due soprannomi più famosi della nostra città, o meglio di uno dei due , ma c’è tempo per descrivere le caratteristiche degli “Sgobboni”



Per quanto Riguarda Maira si dice che continuò a idolatrare quasi fino all’ossessione Cindy ,riuscì a conoscerla tramite le conoscenze di suo marito, ma la modella si sentì talmente pressata dalla sua invadenza che le pagò una settimana in un paradiso tropicale per avere un po’ di spazio vitale
La signora “De Perfectis” capì con amarezza  il gesto del suo idolo e nonostante ciò continuò fare la sua vita normale, continuò  a tenersi informata sulle cose più “in” degli eventi della città, a frequentare “la scarpa che luccica” o “Villa Diamante” e a far vedere che non c’era nulla che la turbasse o che la infastidisse attraverso un sorriso tirato anche  quando suo marito apprezzava anche la vista delle altre donzelle e le guardava con occhi lascivi , faceva finta di nulla quando le sue amiche le parlavano male alle spalle e quando incrociava il suo idolo per strada cercava di assumere un atteggiamento dignitoso salutandola con  nonchalance anche se sapeva che il suo saluto non era gradito 
Nonostante dentro di lei sapesse benissimo che la sua vita stava diventato giorno dopo giorno un’enorme bugia ogni mattina indossava il suo solito sorriso guardandosi allo specchio ripetendosi “La mia vita è perfetta” .


Da via della luna è tutto per ora .. A presto .. Polly ^^ 

lunedì 5 gennaio 2015

"La fine di ciò che fu e l'inizio di ciò che sarà" e "L'arrivo di Glenda"

Ciao miei visitatori lunari,
Lo so. è un bel po' di tempo che non passo tra i vostri blog ma mi sono ammalata, ho la  febbre e  le mie fatine starnutiscono con me :( nel mio fantasticatoio pieno di germi e bacilli .. uff.
Non riesco a fare molto purtroppo, questo post l’ho scritto qualche giorno fa, vi racconto ciò che ho fatto in questi giorni. 

Allora.. intanto anche “La fine di ciò che fu” è  trascorso e io come al solito vi faccio i miei auguri in ritardo di un buon “La fine di ciò che fu e l’inizio di ciò che sarà”. Noi lo chiamiamo solo “La fine di quel che fu” per farla breve.  



Di solito da noi si festeggia in vari modi. C’è chi lo festeggia a casa, con gli amici, o i parenti, chi va a cena fuori, i locali più gettonati per quest’evento sono “La scarpa che luccica” e “Villa Diamante” (quest’ultimo è per gli ultra ricchi, ovvero solo Cindian di alta categoria).
Di solito sono i Cindian che festeggiano in quei locali, sono locali molto affollati, dalle luci fredde, pieni di gente super lussuosa, sorrisi smaglianti, un luogo in cui tutti sembrano sempre in piena forma , in cui tutti esibiscono  un totale benessere . Alcuni di loro ce l’hanno davvero il tanto sospirato benessere,  tra cui Supergranpacchia, Granpacchia e mediapacchia ma molti sono solo ostentazione pura, tra cui  Zeropacchia e anche qualche sgobbone aspirante Cindian .

Molti lasciano il loro umile impiego, s’infilano un vestito che è costato loro quasi più del loro stipendio e si uniscono con ostentata tranquillità    al resto delle persone per sentirsi una volta l’anno qualcosa che non sono tra le luminarie viventi di color bianco e blu elettrico, ologrammi  di vari generi nella figura di una coppa di champagne, di qualche soldo ecc, che prendono vita svolazzando tra un tavolo e l’altro di festeggianti o tra le persone che ballano passato ‘ultimo “La fine di ciò che fu” .
Tra loro ci sono anche  dei  Minicindian … questo mi fa davvero rabbrividire
L’ho fatto anche io qualche volta, ma frequentavo locali molto meno “in” dei locali di adesso , anche allora c’era la moda, c’era sempre la corsa al vestito più carino,l’accessorio più particolare ecc  ma con  meno frenesia .. non c’era tutta questa ricerca sfrenata e esibizione  della cosa più bella eccetera

Invece noi “Sgobboni” di solito preferiamo festeggiare in casa di amici, o in alcuni locali tipo “la fata alcolizzata” , un locale poco fuori  al centro di Archesia in cui i camerieri, maschi e femmine, hanno le ali, sono molto simpatici ma non hanno esattamente l’atteggiamento classico delle fatine che si vedono nei libri. eheheheh . 
E’ un bel locale, almeno .. bello per me. E’ quasi sempre aperto, tranne il 14 Ottobre. Questa è una data avvolta nel mistero per tutti noi .



Da mezzanotte meno un minuto a mezzanotte meno un minuto del giorno dopo quel luogo è avvolto da un silenzio irreale e una sensazione molto strana che avverte chi passa nelle vicinanze della taverna.
C’è chi dice di aver visto delle luci arrivare dalle grate dello scantinato di quel locale, ma le voci sono tutte molto confuse a riguardo. quel che è certo invece è che il 15 Ottobre e tutti gli altri giorni il locale riprende ad avere la sua allegria, la sua confusione musicale con la sua clientela  varia, per lo più persone normali, sgobboni, zeropacchia insomma , un ambiente tranquillo, di quelli che piacciono a me ;)

Spesso suonano lì,  e io e Stanley ci andiamo per vedere un gruppo che conosciamo, “ I maghi sonanti”
Di solito arriviamo, salutiamo quelli del gruppo, due chiacchiere, ci  sediamo ad un tavolino, prendiamo un panino con le lingue di fuoco, è un tipo particolare di carne, molto saporita, io la preferisco nel panino assieme alla maionese con il panzucca (semplice pane alla zucca ;)). Favoloso. 
Dopo aver saziato le nostre pance ci si gode il concerto. Non solo a “la fine di ciò che fu” ma andiamo spesso anche durante l’anno. 

Quest’anno invece siamo andati alla “Pizza che sbuffa”, vicino a casa del mio Stanley , a mio parere è una delle migliori pizzerie di Archesia.
 Il pizzaiolo è bravissimo ma è un po’  burbero, infatti le sue pizze ogni volta che le tagli e le mangi sbuffano, ma è divertente!
Eravamo in quattro, io, il mio ragazzo e un paio di nostri amici. Tutti e quattro acciaccati grazie a questo freddo improvviso. Ci sarebbe piaciuto festeggiare magari ad Archesia, in piazza, vedere le “fiammelle animate” passeggiare tra le bancarelle e i fantasmini, e i rapaci che svolazzano di qua e di là, ma non ce la facevamo proprio.

 Così siamo tornati a casa del mio ragazzo, abbiamo brindato davanti alla mini quercia rossa colma di brillucciole ben rimpinziate  a “quello che fu e ciò che sarà” con del semplice sidro alcolico biondo, bruciato l’orologio di carta , rappresenta l’anno passato, numerato da uno a dodici, quanti sono i mesi dell’anno , bruciandolo simbolicamente si bruciavano anche tutte le cose andate male nell’annata trascorsa, il Tutto si conclude   sotto la ghirlanda di Biancospino, si dice che attiri le fate e protezione in generale. 

Poco dopo aver mangiato qualcosa i nostri amici ci hanno salutati perché erano fisicamente giù tra stanchezza e raffreddore ecc. E noi due non eravamo di meno. 
Alla fine abbiamo salutato i nostri amici e ci siamo rintanati sotto la coperta a guardare i cartoni animati in tv e ci siamo pure addormentati profondamente. 



Ecco … questo è stato il mio folleggiante “la fine di quel che fu”. Eheheheh. 
Non è stata una brutta serata, peccato che nessuno di noi fosse sano fisicamente, altrimenti sarebbe stato ancora più bello.
Pazienza .. ci saranno anche altre cose da festeggiare, mi auguro di avere altre serate e giorni  migliori da trascorrere  con il mio Stanley e le persone a me più care .

Alcune delle cose che chiedo all’ “Anno che sarà” che è  esattamente il duemilaquindicesimo sono un po’ di tranquillità, un po’ di silenzio e un po’ più di tempo con il mio Stanley. 
So che sembrano cose da dire solo per farsi vedere belli e buoni, ma io ne ho davvero bisogno
Immagino che anche voi  abbiate desideri non molto lontani dai miei, allora io vi auguro qualsiasi essi siano  che si avverino tutti



"L'arrivo di Glenda" 



Non vi ho ancora parlato del 6 Gennaio di cui è  invece protagonista la sorella maggiore di Mirabel. Glenda. 
Glenda era la sorella maggiore ed era colei che aveva il compito di terminare le festività, le feste erano esattamente 1) “il giorno di S. Nathan” 2) “
“La fine di ciò che fu e l’inizio di ciò che sarà” o semplicemente “La fine di ciò che fu” e “L’arrivo di Glenda”. 

La sorella di Mirabel, strega buona anch’essa aveva due compiti ingrati come ho detto prima : Annunciare la fine dei festeggiamenti, compito assegnatole dal tempo, e assegnare un regalino (che consisteva in guanti di lana o cappelli fatti di lei ripieni con all’interno un dolcetto sempre fatto da lei)  a chi è stato buono e un pezzettino di legno a chi non lo è stato, ma lei non se la sentiva di deludere i bambini, così metteva un dolcetto e un frutto vicino al pezzettino di legno. 

Oltre ai pensierini per i bambini recitava quello che ora è una preghiera e che allora era un incantesimo. 
Come avrete notato, le due streghe facevano delle cose praticamente uguali, solo che una la faceva all’inizio  con il suo amato sposo e Glenda la faceva alla fine . :).
Così.. Glenda con i suoi doni per i bambini buoni e cattivi terminava il giro delle case di Rossaselva e villaggi raccomandando loro di fare i bravi bambini e portandosi via con un soffio tutti i festeggiamenti. :) . 

Ecco .. questa è la semplice storia di Glenda ^^  e la fine di questo post.

Per ora da via della luna è tutto scusate se ci sarà qualche errore ma scrivere con la febbre non è molto facile.
 Vi auguro un buon “La fine di ciò che fu e l’inizio di ciò che sarà” ^^ . 

A presto ... Polly