APOLLONIA DEVENTIS



Benvenuti nel blog, che ha lo stesso nome della via in cui abito ovvero : " Via della luna numero 7", esattamente ad "Archesia",la piccola cittadina in cui vivo da sempre.
Se vi siete accorti di questo mio angolino solo ora, vuol dire che vi siete persi qualcosa.. perciò se vi ho incuriosito un minimo e volete saperne di più dovete cominciare a leggere da questo post. Vi racconterò delle mie piccole avventure quotidiane, di sogni, disastri, conquiste, e dintorni.
Ho anche aggiunto nell'unica colonna che c'è in questa pagina, ( ovviamente quella di Sinistra ;)) IL DIZIONARIO ARCHESIANO, dove troverete tutti i significati e spiegazioni di nomi,cose, ecc della mia città^^
il DIZIONARIO ARCHESIANO non è ancora completo,lo aggiornerò mano a mano che vi racconterò le mie avventure o disavventure.
Bene.. se vi doveste trovare a passare nella mia via, cercate il numero 7, la porta voi sarà sempre aperta ^^ .
A presto... Polly

N.B. Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale


lunedì 27 ottobre 2014

Il fiocco di neve (Parte prima)

Ciao miei visitatori,
Oggi la vostra Polly posterà una delle tante leggende che appartiene ad uno dei posti che ama e  in cui è stata in vacanza. Non so se vi ricordate.. in un post precedente vi ho parlato di un luogo che per me è magico a poche ore dalla mia città. Il luogo si chiama "Cima innevata" e quella che vi posterò è la prima di tre parti di una bella ma triste storia di quel luogo ^^ .

"Il fiocco di neve" (prima parte)




Era ritornata in soffitta Matilde, dopo aver sistemato casa, rimpinguato gli scaffali della sua cucina con i prodotti della bottega del Signor Baccadoro. Decise di ritornare nel suo mondo incantato. Era colmo di vecchi cimeli di famiglia,abiti vecchi, le bambole con le ali che le aveva regalato suo padre, un vecchio scrigno con delle gemme che avevano raccolto insieme nei boschi li vicino.

i quaderni dove teneva ricordi,piccoli resoconti della giornata ma soprattutto le ricette che imparava da suo padre e dalla vicina di casa che era anche la zia di Matilde,la signora Emma Fior di Corallo. Cloe la seguiva spesso in cucina, anche quando insegnava,forse per il bisogno di avere una figura materna accanto anche perché aveva sempre considerato la cucina un luogo dove poter giocare e pasticciare con il cibo e poi mangiare il risultato. La donna le aveva regalato un quadernetto dove esprimere i suoi piccoli pensieri, le sue ricettine e fare i suoi disegnini

Si avvicinò ad uno scaffale ne prese uno soffiando delicatamente la polvere dorata che vi si era posta sopra. La colse un’intima emozione rileggendo i sogni mai avverati di bambina,disegni di deliziose fanciulle alate,e di un folletto buffo che vagava sempre tra le sue pagine,l’odore della pioggia e del picchiettio così vivido nella sua mente e nel suo corpo, il buonissimo profumo del pane e dei meravigliosi dolci della vicina di casa,la deliziosa scrittura infantile con cui erano stati scritti i piattini appena imparati,il battito accelerato del suo piccolo cuoricino dopo una folle corsa tra i prati con il suo amico di sempre,la neve che cadeva, i boschi attorno a casa i tanti fiocchi di neve tra le sue pagine..All’improvviso un rumore la distolse dai suoi ricordi, era il suo furetto che si era ingarbugliato tra i gomitoli di lana,lo tolse affettuosamente dai fili e lo lasciò fuggire alla ricerca di altro da scoprire.

Tutto quel che sapeva dei suoi genitori era legato all’immagine di un fiocco di neve che disegnava quando sentiva la mancanza di sua madre,ma non aveva mai saputo veramente la loro storia. Tutto ciò la fece ritornare indietro con la memoria.. ad un dialogo che ebbe inizio da una timida domanda di una ragazza di 16 anni:
“mi racconti la storia di te e della mamma?” chiese la ragazza dagli occhi verdi.
Ricordò benissimo il momento in cui suo padre s’interruppe di colpo guardandola teneramente pensando che non riusciva a credere che la bambina che aveva tenuto fortemente tra le braccia fino a poco tempo prima ora fosse li davanti cresciuta e pronta ad affrontare questo argomento.
:”certo tesoro..” disse un po’ agitato suo padre appoggiando il mestolo.


Si asciugò le mani e passandole un braccio attorno alle spalle l’accompagnò nel salone.
“Allora… “ esordì il papà di Matilde..

C’era una volta un paese chiamato “Cima Innevata” , era un paese dalle mille particolarità, a cominciare dal nome. Il luogo era così nominato perché nell’unica vetta che si vedeva dal paese Che fosse inverno o estate, la sua cima rimaneva immutata. Si diceva che questa montagna rimanesse perennemente innevata perché ci abitava la Nivea Signora che aveva il potere di farla rimanere sempre bianca e ghiacciata.”

:” Questo lo so papà… viviamo da sempre in paese!” l’uomo non badò a questa interruzione e continuò con il suo racconto:
“Gli abitanti vivevano in armonia tra loro, la loro vita era semplice e forse non molto movimentata. Vi aleggiavano molte leggende e gli abitanti la sera amavano raccontarle davanti al fuoco ai viandanti di passaggio o ai bambini.. a loro piaceva raccontarne una in particolare solitamente esordivano raccontando che…

Tanto tempo fa un giovane fanciullo di nome Giuseppe  in una delle sue tante escursioni sulla magica montagna scorse la Candida signora mentre passeggiava nei dintorni del suo innevato castello,la signora se ne accorse e piano si accostò al giovane già ammaliato dalla sua algida presenza. Gli occhi della regina erano azzurri come il cielo invernale, si perse perdutamente per anni nei suoi occhi che sembravano chiarissimi laghi.

Io vi aspetto per la seconda parte del racconto, per ora da "Via della luna è tutto" 

A presto... Polly ^^ 

giovedì 23 ottobre 2014

Torta "Schiaccia-pensieri"



Ciao miei cari visitatori ,
Oggi è stato il mio giorno di riposo ed è stata anche una splendida tipica giornata autunnale che ho visto solo da dentro casa. 
Oggi pomeriggio il sole tiepido colorava lievemente le tende del mio fantasticatoio,un irreale silenzio lo riempiva mentre vi scrivevo le mie piccole ultime news. 

 Ho sceso i miei tre gradini solo per fare una torta, ne avevo particolarmente voglia,forse è stata l’atmosfera autunnale come vi ho già detto prima o il ricordo di altri tempi che mi legano al fare dolci.. così ho estratto il mio “vecchio” ricettario da uno scaffale del mio fantasticatoio non senza il brusio delle mie fatine, al ricordo di tante torte fatte e soprattutto per chi le ho fatte la mia anima si è accesa. 

E’ un ricettario dal bordo rosso e la copertina bianca di un tessuto molto strano e  dalle pagine ingiallite e sporche di tracce di cioccolato, marmellata, farina e  quant’altro.
 Fu un regalo di un Natale di tanto tempo fa di una mia cugina, nel periodo in cui non avevo lavoro e mi ero gettata a capofitto nell’arte culinaria o nel mio caso dovrei dire “pastrocchiologia culinaria” ;) eheheh.

Ho scelto una ricetta che arriva direttamente dalla “Collina dei Luminosi”, siamo in pochi ad avere questa ricetta sapete.. è una di quelle cose preziose che si tramandano da madre a figlia o a nonna a nipote e via così.

“Tutto cominciò da mia nonna Dafne..” Così inizia  sempre a raccontare quel bizzarro personaggio di mia nonna. Si, perché fu la mia tris-nonna la prima a conoscere per prima quel luogo così magico e intriso di leggende che è ancora ora un posto pieno di mistero per molti qui ad Archesia come vi ho già raccontato circa due post fa.
La mia tris-nonna conobbe un elfo dei venti, se ne innamorò e si trasferì appunto in quella collina abitata da strane creature ed ebbe una figlia di nome Cloe e un maschietto di nome Taras.. si.. un nome di origine Greca e uno di origine elfica appunto. Uno per uno non fa male a nessuno dice sempre nonna Sibilla.

Insomma… la ricetta sarebbe arrivata a dire di mia nonna, da uno gnomo Femmina di nome “Gethiel” alla mia tris-nonna Dafne, alla mia bis-nonna Cloe, a mia nonna Sibilla, a mia mamma Melania e poi  a me, Apollonia detta Polly,come sapete già.

Si chiama “torta schiaccia pensieri”.. gli ingredienti come ogni ricetta tramandata che si rispetti è segreta, i pensieri un po ‘ li "schiaccia" ma l’incanto dura poco, purtroppo i pensieri ritornano assieme ai miei doveri che il domani mi riserva, l' "addomesticatrice" (è un macchinario che plasma gli impasti ribelli come la “pasta morbirilla”) è rotta, e tocca a me pulire la pasta che non viene modellata che si spande sul pavimento perché il macchinario funziona male, poi, la brutta aria che tira tra i colleghi e la collega che ce l’ha con me che mi tratta quasi come se non esistessi. 

Tutti pensieri che per almeno un po’ ho “compattato” grazie appunto a questa torta che tra l’altro è venuta benissimo, nel farla ho ritrovato per qualche ora ricordi bellissimi a cui non pensavo da tempo. 
Per ora da Via della luna numero 7 è tutto.

A presto… Polly ^^ 


venerdì 17 ottobre 2014

Pensieri e "saltagommose"


Eccomi qui miei visitatori, 
Questa volta la vostra Polly è parecchio triste, preoccupata, pensierosa . 
Ce l’ho con me stessa perché son sempre la solita, non riesco a trattenermi e poi mi caccio nei guai.
Dico troppe cose, cose personali che non dovrei dire. Parlo in modo troppo impulsivo, pensando di non dire nulla di sbagliato e invece poi…. le cose che dico sono sbagliate eccome. 

Non si dovrebbero dire cose in un momento di particolare euforia o contentezza perché tendi a non pensare alle conseguenze, pensi che ciò che dirai non avrà peso, perché sei troppo contento e in quel momento e la contentezza ti rimbambisce il cervello,nel mio caso.. te lo guasta e ti ritrovi con un sacco di gente incazzata, quando sei infuriata non dovresti dire ciò che  pensi altrimenti ti si rimbambisce il cervello,corri il rischio di ferire delle persone a cui tieni perché diventi pesante e ti ritrovi con  un sacco di  gente incazzata
In un caso o nell’altro due sono le così comuni :

*TI SI RIMBAMBISCE IL CERVELLO
*TI TROVI CON LA GENTE INCAZZATA 

Ovviamente quando ho detto tutto ciò non era mia intenzione offendere qualcuno, ero in un momento di particolare contentezza e ho parlato con troppa leggerezza.
Spero che il mio gesto non porti a conseguenze troppo gravi, spero tanto di no.

Vi scrivo tutto questo dal solito mio Fantasticatoio, l’unico posto in cui posso sentirmi al sicuro. uno dei pochi posti in cui  le cose rimangono in qualche modo sempre le stesse. 
Quando le cose non mutano mi danno sicurezza in qualche modo, ecco perché odio così tanto i cambiamenti, i cambiamenti mi scombussolano e mi irritano l’anima.
Qui invece.. le statuette di fatine  nel mini giardino con la fontanella d’acqua si muovono solo quando mi sentono agitata o particolarmente felice, potete benissimo intuire che si muovono sempre.. perché essendo particolarmente emotiva e anche spesso “caga sotto” loro “mi sentono”, sentono il mormorio dei miei pensieri e del mio cuore e si animano con me.

Sono un regalo particolare che mi ha fatto quella stravagante vecchietta che è mia nonna Sibilla. E’ lei che mi ha trasmesso la passione per il mondo Fantasy.
l’appartamento in cui vivo è veramente piccolo, ma in compenso ho questo piccolo spazio che sarebbe anche la mia camera in cui tornare ogni sera. E’ un posto che si “stacca” dal resto dell’appartamento grazie a tre gradini..tre soli gradini che bastano a farmi sentire isolata dal resto della casa e dal mondo. 
Ora è sera in Via della luna numero 7, Guardo attraverso la vetrata semi rotonda  e vedo le luci calde che risaltano al buio delle case della mia piccola via che mi è in alcuni momenti mi è  sembrata tanto noiosa da aver avuto voglia di  scappare più volte ma che ora mi sembra uno dei luoghi più rassicuranti che ci siano. 

Le “saltagommose” fluttuano e rimbalzano in cima al vasetto trasparente vicino al suo tappo rosso, nonostante siano belle, di mille colori, lucide e morbide e pronte a volarti in bocca, non mi fanno molta voglia.. di solito funziona..  ma questa volta mi sa che il  problema ha la meglio sul mio stomaco.. il che vuol dire che sono davvero triste e preoccupata. 


So che non è la soluzione giusta “ingozzarsi” davanti ad un problema, so che non risolve, ma almeno nella maggior dei casi consola un po’. 
Da me e le “saltagommose” ancora intatte in Via della luna numero 7 è tutto.

A presto.. Polly

lunedì 13 ottobre 2014

A pranzo con "Allegra" alla "Locanda del fauno"

Ciao miei visitatori ^^ 
Questo è un post più lungo del solito, portate pazienza ma questo luogo incantato dovevo descrivervelo per bene.. o almeno al meglio delle mie possibilità^^ 
Spero che questo post vi piaccia  Buona lettura ^___^ ! 





Ad Archesia oggi diluvia.. per fortuna non verso mezzogiorno e mezzo quando mi sono incontrata con una delle mie migliori amiche “Allegra Generosi”. 

Era da parecchio che non ci si vedeva, lei ha una bambina di due anni e mezzo, una famiglia a cui badare insomma, perciò il tempo a nostra disposizione è poco, ma quando accade di vederci è sempre bello. Ed è  sempre bello sapere di avere qualcuno con cui sfogarti o semplicemente ridere o chiacchierare anche di cose frivole. 


Siamo andate a pranzo insieme, alla “Locanda del Fauno”, alla  “Collina dei luminosi”, non so se vi ricordate.. ve ne ho parlato nel post “La fabbrica dei pasticci”

“La collina dei luminosi” è un luogo a mio parere molto bello, immerso nella natura, vicino al “Lago delle rane nere” , è ad una mezz’ora di macchina da “Archesia”. 
E’ chiamata così perché anticamente si credeva che fosse un luogo abitato da spiritelli appunto luminosi, fatine e altre creature magiche. C’è chi ne ha paura c’è chi ci crede fermamente e crede di aver visto cose molto strane accadere nei paraggi. Io non mi stupisco più di nulla… se i prodotti del luogo in cui lavoro sono in qualche modo “vivi” perché non dovrei credere a questo?

Alcuni nomi di locali che da voi si chiamano bar, da noi si chiamano ancora “Locande”, soprattutto in luoghi come questo accarezzati dal passato.

 Nonostante l’era moderna, e la gente che traffica con cellulari, pc portatili e via dicendo c’è ancora qualche stralcio di vita antica che ci ricorda che tutto sommato dal passato c’è ancora qualcosa di bello ^^ . Almeno a me questa cosa piace, anche se da alcuni non ci vanno.. soprattutto molti dei Cindian (guardate la colonna di sinistra.. il dizionario Archesiano ;)) perché semplicemente “non è luogo da persone per bene”. Io me ne sono sempre fregata e l’ho sempre frequentato, perché è un luogo tranquillo e mi piace.

Ci siamo accomodate ad un tavolo di legno di colore verde, ci sono ancora i tagli da coltelli, o i segni dell’usura di epoche trascorse. 

Una cameriera dall’aspetto quasi Elfico (le orecchie a punta c’erano, lo giuro) ci lascia  una pergamena gialla un po ‘consunta tra noi e il vaso di fiori di campo in mezzo al tavolo  e si allontana  con un sorriso nell’attesa che decidiamo cosa consumare

Optiamo tutte e due per il “Pastrocchio del fauno” (una cosa molto simile al vostro pasticcio alla Bolognese, il sidro aranciato e il caffè.. il caffè è una delle cose che rimane tale e quale al vostro mondo, insieme alla tecnologia e alcune altre cose. 

Mentre aspettavamo il nostro pranzo chiacchieravamo di tante cose, Guardandoci sempre un po’ giro, rivolgendo lo sguardo ai ceppi di legna sotto il focolare spento, oggi faceva fresco ma non troppo, non era ancora ora di accenderlo evidentemente. 
Le tende alle finestre sicuramente saranno state cucite da una mano femminile, erano di un violetto pallido e i bordi erano di fine merletto bianco, sembrava fatto da donne di un altro tempo. 

Alle pareti di legno ci sono molti bei quadri illuminati dalla vibrante fiammella di una candela bianca, immagini di donne e uomini di un tempo e anche di una specie di animale molto strano, assomiglia molto ad un camoscio a qualcosa del genere,lo chiamavano  “Fauno” così mi han detto… davvero una cosa bizzarra. Si può notare anche in alternanza un lavoretto di cucito e delle armi come per esempio un bellissimo arco marrone antico con frecce o  varie armi di epoche passate, mi hanno assicurato che sono scariche, e le tengono lì perché piacciono al proprietario della locanda, perché gli ricordano i suoi antenati (Contento lui…).


Spesso gironzola per i tavoli  una gatta di nome Artemisia.. è una gatta bellissima, a strisce grigie e bianche, ti si avvicina sinuosa e ti guarda..ha uno sguardo azzurro e profondo come volesse carpire i tuoi segreti più intimi, è davvero una bella gatta ^^. 

Non è un posto oscuro, nel senso che non è un luogo frequentato da loschi individui, come spesso ci si immagina, o come spesso immagina più di qualche persona di Archesia, anzi è un posto molto accogliente come le persone che ci lavorano. Ok… qualche volta c’è il matto del posto o si ferma a dormire qualche straniero dall’aria poco rassicurante ma basta non fare molte domande e loro il giorno dopo ripartono per la loro meta.  

E’ gente tranquilla, solo che hanno scelto di stare in questo mondo come piace a loro, usano poco la tecnologia, (infatti hanno un computer e un telefono per tutto il villaggio, per le comunicazioni più urgenti)  stanno molto spesso all’aria aperta, la maggior parte delle cose se le fanno da soli, ogni tanto come vi ho detto vengono a prendersi le cose essenziali in città e poi se ne ritornano in questo verde luogo, (e mica sono scemi a starsene in città ;)).


Il nostro pranzo come al solito è finito troppo presto.. le cose da raccontarci sono state come al solito tante e almeno io.. non sono riuscita a dire tutto quello che volevo, ma almeno mi sono sfogata un po’.. ho fatto due chiacchiere, due risate con qualcuno che almeno accetta le mie stranezze, i miei limiti, i miei enormi difetti..  e sa che dopo tutto ciò sa che c’è anche qualche pregio da qualche parte ;) del mio essere così bizzarro ^^.

Pagato il conto ci avviammo verso la nostra caotica e piccola cittadina lasciandoci alle spalle questo piccolo angolo di paradiso. ^^ 
A presto… Polly ^^ 

giovedì 9 ottobre 2014

"Pretenzio Esigoment"

Bentornati in "Via della luna numero 7" ^^
Ho creato una nuova nuova etichetta  intitolata "Gente di Archesia" . Vi racconterò degli abitanti di questo luogo, colleghi/e di lavoro,abitanti, "matti della città" , (si sa ogni città ne ha;))  persone a me più o meno vicine ecc.


Ci sono persone la cui predisposizione naturale è “comandare, pretendere ed esigere”, è il caso del mio capo. Direi che il nome la dice lunga sul personaggio, con un nome così cos’altro poteva diventare, che altro poteva fare?. 
La prima volta che lo vidi aveva un volto rassicurante, un bel sorriso e mi sentii diciamo pure al sicuro, mi tranquillizzai. 

Un uomo alto, con una grande pancia. con gli occhiali spessi e neri che gli cadono sul naso, spesso imbrattato di “pasta morbirilla” Il che fa sembrare che si sia tuffato in una vasca piena di brillantini colorati. La “pasta morbirilla" la usiamo  negli impasti di alcuni dolcetti per colorarli e a volte la pasta si uniforma al colore dominante del dolcetto rendendoli oltretutto molto morbidi

Il mio capo non è una persona  cattiva, come tutte le persone che lavorano con me ma.. esige troppo da chi gli  sta attorno e le persone non gli stanno dietro.
Partiamo dai suoi genitori.. i suoi genitori l’hanno educato ad esigere il massimo ed il meglio da tutti ma soprattutto da sé stesso, è cresciuto a fede e rigore. Mentre i suoi compagni di scuola raccontavano dei loro pomeriggi di gioco durante la ricreazione, lui se ne stava seduto tra di loro ad ascoltare con il sorriso stampato in faccia perché i suoi genitori gli avevano insegnato che non era bene dimostrare che qualcosa non andava in pubblico


Giocava pochissimo con i compagni di scuola, perché tutto ciò che premeva ai suoi genitori era che lui andasse bene a scuola. L’unica volta che usciva era per andare a messa, un “biscotto pizzichello” al “lago delle rane nere”  (Biscotto al sapore di ciliegia che pizzica molto la lingua e a volte le orecchie, dipende dalla quantità del pizzicore aggiunto,i bambini lo adoravano e all’epoca andava tantissimo, ora lo hanno tolto dal commercio, non sappiamo perché) dalla “Bottega dei pasticci”, una mezz’ora di gioco a catturare farfalle (una volta c’erano ancora le farfalle, con l’andar del tempo sono scomparse, se volete sapere perché andate al post intitolato “Archesia” ) e poi di nuovo via a casa a studiare. Sognavano per lui un futuro da medico, da avvocato, infatti.. è diventato il capo settore di una catena di montaggio chiamata “la fabbrica dei pasticci”. 
I suoi genitori ci rimasero malissimo, non lo rinnegarono ma impiegò anni per farsi perdonare. 
Molto amico del “Granpacchia” (direttore), secondo me perché in fondo al suo cuore vorrebbe fare la vita da “Cindyman” ma a mio parere sempre uno “sgobbone” rimane. (non che ci sia nulla di male, sia chiaro, io ne sono fiera, ma non puoi pretendere di diventare qualcosa che di tua natura non ti appartiene).

 E’ abituato a nascondere con un sorriso tutto ciò che lo turba o lo irrita,ma dietro quel sorriso mellifluo e quegli occhi azzurri e acquosi  cova rabbia e rancore, si sfoga sparlando con altre persone alle spalle del mal capitato. Disponibile al dialogo quando può ricavarne qualcosa, quando ti concede qualcosa te la fa pagare dieci volte tanto. 
Però da qualche parte in quel corpo pieno di ciccia c’è un cuore seppur piccolo che qualche volta gli fa compiere delle buone azioni, mi ha aiutato qualche volta, non posso andargli completamente contro ma peccato  che queste buone azioni  siano molto.. molto rare.

A presto… Polly ^^

domenica 5 ottobre 2014

Sfogo dal mio fantasticatoio..


Ciao miei visitatori , 
Vi scrivo dal mio “Fantasticatoio”, oggi è stata una giornata da dimenticare, perciò aspettatevi  un post un po ‘diverso dagli altri, un po’.. più personale. 

Oggi ero in catena di montaggio, stavo confezionando le “cioccomani” più che altro il mio lavoro con questo tipo di dolciume è fare attenzione che le cioccomani" non tentino di tapparti il naso o cerchino di di prenderti la faccia  agitando le loro dita dolci e marroni e di chiudere prontamente il sacchettino di plastica, solo all’interno smettono di muoversi. Sono dolcetti un po ‘dispettosi, ma sono buoni quando riesci a mangiarli. 
Ogni tanto vengo pizzicata, ma  la maggior parte delle volte so come prenderle. 

Oggi ero un po’ presa da alcuni pensieri direi non proprio positivi, anzi.. 
E in realtà non saprei nemmeno descrivere il mio umore. Ero arrabbiata, e mi sono data della stupida per come mi stavo sentendo

 Sono tornata dalle ferie da poco, sono stata a “Cima innevata”, un paese ai piedi di una montagna bellissima che si chiama appunto come il paese a poche ore dalla mia cittadina, è una montagna particolare, nonostante non sia a molti metri d’altitudine la sua vetta rimane immutata ad ogni stagione. C’è sempre neve e ghiaccio, è un luogo davvero suggestivo perché intriso di affascinanti leggende, ma ve ne parlerò un’altra volta. Come vi dicevo… da quando sono tornata dalle ferie , avverto da alcune mie colleghe un’atmosfera  gelida, quasi più gelida di quella che ho trovato a “Cima innevata”. 

Forse era solo una mia sensazione, ma  ho avuto subito l’impressione di aver fatto qualcosa di male  e che nessuno me volesse dire cosa. 

Avverto tutto ciò in particolare con una mia collega,con le altre parla direi amabilmente, mentre a me riserva monosillabi e indifferenza.

Come vi dicevo, mentre stavo lavorando, mi sentivo.. arrabbiata, stanca e profondamente sciocca e ho cominciato a pensare che l’animo umano deve avere qualcosa di irrimediabilmente sbagliato e stupido per permettere ad alcune persone così lontane dalla tua vita personale e da te stessa di infiltrarsi nel tuo cuore e farlo agitare e inquietare così tanto. Insomma, non dovrebbe essere qualcosa riservato alle persone che ami?

 Mi sento davvero una stupida a permettere che qualcuno che non fa parte della mia vita personale mi faccia sentire in questo modo, evidentemente devo avere un cuore che funziona male
Finito il lavoro sono salita sul “Ferrodrago arancione” numero 21B, e mentre guardavo il paesaggio scorrermi davanti agli occhi mi è scesa  una lacrima, (anche qualcosa di più), tanto mi sentivo triste e arrabbiata e di conseguenza stupida per sentirmi triste e arrabbiata. (si, lo so un po’ contorto.. portate pazienza…)


Ma arrivata nel mio “fantasticatoio” ho cominciato a sentirmi meglio, sempre un po’ pensierosa, ma almeno non piangevo più. Spero che tutto ciò si risolva per il meglio, o almeno mi piacerebbe sapere cos’ho combinato, se ho combinato qualcosa, perché non è proprio bello avere di questi dubbi. :( 

Per ora è tutto da Via della luna numero 7... A presto.. Polly